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mercoledì 20 ottobre 2010

Zuppa di patate e cavolo nero

Alcuni mesi fà recandomi al vivaio del mio paesello il titolare mi regala 2 piantarole di cavolo nero. Qui da noi non è conosciuto per cui ho cercato di documentarmi un pò.
In questi giorni mi sono consigliata con un signore toscano su un forum di agricoltura e mi ha detto che potevo iniziare a consumarlo.
E che cosa ci faccio?
Allora ho letto su vari siti e alla fine ho deciso di fare una zuppetta e ho usato questi ingredienti:

16 foglie di cavolo nero
3 patate non tanto grosse
olio evo
cipolla
ortolina
acqua
sale
pane abbrustolito

In una casseruola di alluminio pesante ho messo un cucchiaio di olio e una cipolla non tanto grande e l'ho fatta tostare leggermente.
Nel frattempo ho pelato e tagliato a cubetti le patate, poi le ho messe ad insaporire per alcuni minuti mescolando. Quando hanno iniziato ad attaccarsi ho aggiunto un po' di acqua (coprendo le patate) in cui ho fatto sciogliere un cucchiaio di ortolina. Ho fatto cuocere per una decina di minuti, aggiustando di sale.
Intanto ho tolto l'anima dura del cavolo e l'ho tagliato a striscioline. L'ho aggiunto alle patate aggiungendo ancora un po' di acqua. Ho fatto cuocere altri 10 minuti circa.
Ho tostato alcune fette di pane casereccio e composto il piatto.

Buona buona buona, delicata, corroborante, semplice. Ci si potevano mettere ancora un po' di foglie di cavolo, in cottura cala tantissimo, ma non ne avevo di più!
E adesso mi tocca aspettare altre foglie per assaporare una zuppetta così buona!!!

Fagottini ripieni

L'altra sera ho tirato fuori dal congelatore della carne macinata non sapendo bene come usarla.
Alcuni giorni fà sul forum di cucina di Alfemminile, una ragazza (Illusa7) aveva scritto in un post la ricetta delle tigelle e delle piadine della Spisni.
E io ho pensato di mettere insieme le due cose!!!
Alla ricetta delle tigelle ho apportato alcune modifiche: primo perchè non avevo lo strutto in casa, secondo non avevo la possibilità di organizzarmi per un lievitato.
Ecco cosa ne è uscito!!!

ingredienti:

per la pasta:
500 gr farina 00
1 bustina di lievito istantaneo per ricette salate
50 gr olio evo
75 gr vino bianco secco
185 gr latte intero
10 gr sale aromatizzato
1 cucchiaino di zucchero

per il ripieno di carne:
carne macinata
cipolla
olio
vino bianco

per il ripieno di verdura:
verdura mista cotta
burro
sale
mozzarella

Per primo ho preparato la carne. In una casseruola antiaderente ho messo un cucchiaio di olio e la cipolla tritata finemente. L'ho fatta tostare un pochino, ho aggiunto un pò di vino bianco e l'ho fatta stufare finchè il vino si è consumato. Ho messo la carne e rigirandola continuamente l'ho fatta cuocere facendola asciugare.

Nell'orto ho raccolto bieta, tarassaco e radicchi, li ho lessati. In una padella antiaderente ho messo le verdure tritate grossolanamente con pochissimo burro (10-15 gr, è vero è preferibile usare l'olio evo ma con le verdure ripassate una piccolissima quantità di burro dà molto più sapore, ne basta veramente poco; se piace più condita si mette olio a volontà!); ho salato e fatto saltare le verdure, per insaporirle e asciugarle un po'.

Ho preparato la pasta miscelando insieme tutti gli ingredienti secchi in una ciotola e ho versato quelli liquidi precedentemente mescolati insieme, Ho impastato finchè la massa è diventata omogenea e liscia.
Un piccolo appunto: il sale aromatizzato me lo preparo per conto mio frullando il sale fino (30%) con erbe aromatiche fresche come rosmarino salvia e alloro (70%).
L'ho lasciata riposare una mezz'oretta. In questo modo poi si stende più facilmente.
Col mattarello l'ho stesa sottilmente e ho ritagliato dei dischi aiutandomi con un piattino da caffè.
Ho messo abbondante ripieno e poi richiuso.
Ho fatto cuocere in forno a 180° per circa 10 minuti.

I fagottini ripieni di verdure mi si sono aperti, probabilmente per la grande umidità del ripieno.

Questi fagottini hanno una pasta morbida e la crostinina sottilissima è fragrante. Secondo per è un'idea alternativa simpatica per una cena un po' diversa, assolutamente gustosa, sfiziosa e frivola.
A noi sono piaciuto tantissimo.

martedì 12 ottobre 2010

Ruifard

Sempre sul mio libricino di ricette con le cotogne ho trovato questa ricetta e mi ha incuriosito molto.  Non è stato facile lavorare la pasta, mooooolto morbida, tant'è che alla fine per poterla stendere mi sono aiutata con della farina. Qui ci vorrebbe Adriano per aiutarmi a capire come fare!!!
Comunque nonostante la difficoltà, secondo il mio modestissimo parere è venuta bene.
La quantità esagerata di frutta è la sua particolarità, a me è piaciuta. Un dolce dal sapore un pochino asprigno che a fine pasto toglie la voglia di dolce senza troppi sensi di colpa.

ingredienti:

per la pasta:
250 gr farina
15 gr lievito di birra
1 uovo
1 cuccchiaio di olio (io di girasole)
1 cucchiaio di zucchero
1/2 bicchiere di panna
sale
acqua tiepida
latte
zucchero di canna e in granella

per il ripieno:
2 cotogne
4 mele (io mele rosse desirè)
4 pere (io pere nobili)
1 limone
1 bicchierino di liquore (io rum)
160 gr zucchero
2 cucchiai di burro

Ho sciolto il lievito in acqua tiepida (circa il 55% del peso della farina) e ho impastato aggiungendo un pizzico di sale, ottendendo una pasta omogenea. L'ho battuta più volte sul piano di lavoro.
Ho messo la pasta nella ciotola della planetaria con un uovo e ho lasciato impastare con la foglia. Una volta ben amalgamato ho aggiunto un cucchiaio di olio, poi la panna e infine lo zucchero. Ho lasciato impastare a lungo scaravoltando l'impasto più volte.
Poi l'ho messo a lievitare in forno tiepido per un'ora e mezzo.
Nel frattempo ho mondato e tagliato a pezzetti la frutta. In una capiente padella antiaderente ho messo il burro, la frutta, lo zucchero e il succo del limone, e fatto cuocere rimestando spesso per 10 minuti (ho aggiunto a mio gusto un po' di cannella, non prevista dalla ricetta originale). Poi ho aggiunto il liquore e lasciato il tutto asciugare ancora per qualche minuto.
Ho ripreso l'impasto e rovesciato sulla spianatoia infarinata, ho aggiunto un pochino di farina per lavorare appena l'impasto. L'ho diviso e una parte l'ho usata per foderare uno stampo a cerniera alzando l'impasto sul bordo.
Ho versato la frutta che nel frattempo si è intiedita e ho ricoperto con la pasta rimasta stesa.
Ho acceso il forno a 180° e appena il forno è diventato caldo ho infornato il dolce precedentemente spennellato con un po' di latte, spolverizzato di zucchero di canna e in granella.

 All'interno i pezzettini di pera rimangono belli sodi mentre le mele si spappolano e diventano cremose.

(nella ricetta originale la superficie andava lucidata con un tuorlo mescolato con un po' di latte, ma a me non piace sentire l'odore dell'uovo sul dolce).

lunedì 11 ottobre 2010

Sciroppo di prugnoli (bargnolini)

Il 14 agosto ho messo in infusione i prugnoli per fare il bargnolino e quest'anno mi sono messa in concorrenza con mio marito: io ho fatto con la mia solita ricetta e lui ha voluto fare una sua.
L'anno scorso avevamo fatto così per il nocino: il mio è stato bevuto, il suo è finito giù dal balcone per opera di Riccardo, il piccolo ma lesto piccolo di famiglia!!!
Ci sono avanzati dalla nostra piccola concorrenza famigliare circa 4 etti di bargnolini, buttarli non se ne parla anche perchè di solito questi cespugli crescolo in riva a dei fossi e sono pieni di spine!!!
Allora ho pensato di fare un esperimento: ho messo in un vaso

400 gr bargnolini
400 gr di zucchero

poi l'ho posto al sole sul balcone, ben lontano da quel polipo di bambino e ce l'ho lasciato 55 giorni.
Alla fine lo zucchero era completamente sciolto, aveva estratto il colore e l'acqua dei frutti (infatti erno tutti rinsecchiti) e tutto il profumo delicato e fruttato di queste piccole bacche.

Sciolto nell'acqua è davvero delizioso. Il colore si perde nell'acqua visto che è una cosa supernaturale e senza additivi. Ho inventato il bargnolino per i bambini: i miei figli ci vanno matti (una cosa da grandi ma per loro)!

Il Bargnolino (borgnolen)

Il bargnolino è un liquore tipico emiliano (soprattutto nella zona di Parma e Piacenza).
Alcune informazioni riguardo all'arbusto da cui ci prendono i frutticini:

Il Prugnolo (Pruno selvatico - Prunus spinosa L.) cresce comunemente nei boschi cedui e nei cespuglieti aridi della media montagna, oppure si rinviene in siepi naturali presso antiche abitazioni.
È alto fino a 4 metri. I fiori sono bianchi, con frutti tondi di colore blu; le foglie sono obovate, alterne e seghettate. La fioritura avviene in genere tra marzo e aprile, mentre la maturazione dei frutti tra settembre e ottobre.
I frutti sono drupe sferiche di colore blu-nerastro o viola-azzurre, dal gusto acido e astringente, che si usano per marmellate e per insaporire il gin.
La corteccia della pianta era utilizzata in passato per colorare di rosso la lana. Come erba medicinale il prugno spinoso è usato come purgante, diuretico e depurativo del sangue.

E' un liquorino buono buono, dal sapore e profumo fruttati. Di ricette ce ne sono tantissime e con tantissime varianti, ma questa è la mia.

ingredienti:

1 kg bargnolini
1 lt alcool 95°
1 lt vino bianco
500 gr zucchero
2 chiodi di garofano
1 pezzetto di cannella
1/2 bacca di vaniglia

Quest'anno ho voluto fare una piccola variante: ho diviso a metà gli ingredienti, in una parte ho messo cannella e chiodo di garofano e nell'altra oltre a queste spezie ho messo la vaniglia.
Vorrei provare se la vaniglia aggiunge una sensazione piacevole al liquore.

Si lascia macerare per 40 giorni e poi si filtra per bene. Si lascia riposare fino a Natale come minimo. Ma lasciato anche un anno è il massimo.

Quest'anno l'ho lasciato macerare un po' di più (55 giorni), mi sono dimenticata di farlo prima ;-).

Torta di cotogne alla cannella con crema al limone

Con questa ricetta inauguro un libricino che mi è stato regalato tutto dedicato alle mele cotogne, un frutto bellissimo e antico, e con l'occasione inauguro una nuova etichetta "Cotogna" che spero di rendere interessante e ricca di spunti.

Inoltre vorrei dire che questa torta l'ho preparata per il compleanno di mia mamma, un traguardo importante a mio avviso (60 anni), nonna di 6 nipotini!

In più con questa ricetta partecipo con grandissimo piacere alla raccolta di ricette con le mele di Stefania e Rosi, nel loro blog "noidueincucina.blogspot.com" --> "IL TEMPO DELLE MELE".

ingredienti:

per la torta:
4 uova
200 gr zucchero
150 gr olio evo (io ho usato burro sciolto e raffreddato)
200 gr farina bianca
1 bustina lievito
50 gr cannella (io ne ho usata molta meno!)
1 kg cotogne
essenza di vaniglia

per la crema:
4 tuorli
100 gr zucchero
50 gr farina
scorza grattugiata di un limone
1 litro latte
vaniglia

Sciogliere il burro e lasciarlo raffreddare.
Sbucciare e affettare le cotogne, poi spolverizzarle con la cannella.
Montare a neve gli albumi e sempre frullando aggiungere metà dello zucchero e poi montare i tuorili finchè diventano bianchi e spumosi con il rimanente zucchero.
Unire gli albumi e i tuorli delicatamente, poi aggiungere alternando l'olio e la farina setacciata col lievito un po' alla volta, infine aggiungere un cucchiaio di essenza di vaniglia.
Versare il composto in una tortiera, poi disporre le mele spolverizzando ogni strato con un po' di zucchero (a me sono venuti quasi 3 strati, abbondando con lo zucchero nell'ultimo strato).
Passare in forno caldo a 180° per  circa 40 minuti (prova stecchino).
Nel frattempo preparare la crema.
Servire la torta a fette con la crema.


E' una torta semplice ma molto piacevole, la crema completa a mio parere il dolce. Il sapore ricorda lo strudel per la presenza della cannella. Se ci fossero state delle noci spezzettate non ci sarebbero state male!

venerdì 8 ottobre 2010

Schiacciata all'uva fiorentina

Per questa ricetta ringrazio tantissimo Francesca, conosciuta sul forum cucina di Alfemminile.
Mi sono imbattuta per caso sulla sua risposta ad un post e ho letto frettolosamente la ricetta. Fra me e me pensavo non fosse un gran chè, insomma non mi convinceva: troppo semplice per essere buona.
Poi mi ritrovo a fine vendemmia e con un cestino di uva dalla quale si ricava lambrusco. E allora nonostante le mie incertezze la faccio.
Sorpresa delle sorprese, sono rimasta estasiata da questa torta che non è una torta, da questa focaccia che non sa di focaccia. E' buona anzi buonissima, io l'adoro e per questo ringrazio Franci per averla suggerita!!!!

ingredienti:

1 kg di uva nera (circa)
350 gr farina 0
10 gr lievito di birra
acqua tiepida (circa il 55% della farina, quindi 190 gr)
8 cucchiai di zucchero
olio evo
un ramoscello di rosmarino
sale


Ho fatto sciogliere in acqua tiepida il lievito (circa il 60% del perso della farina), poi con l'aiuto della planetaria ho impastato con la farina, un cucchiaio di olio, un cucchiaio di zucchero e un pizzicone di sale.
Quando l'impasto è risultato bello liscio, l'ho lasciato lievitare un'oretta (dipende molto dalla temperatura dell'ambiente).
Ho ripreso l'impasto e ho aggiunto un  po' di uva e lasciato riposare un'altra oretta.
L'ho rovesciato in una teglia rivestita di carta forno (importantissimo, se usate uno stampo a cerniera e mettete la carta solo sul fondo si rischia che lo sciroppo che fà l'uva scappi via sul fondo del forno), l'ho stesa con le mani. Ho cosparso con altra uva.
Ho acceso il forno.
In un pentolino ho fatto rosolare un cucchiaio di olio un po' di rosmarino tagliuzzato, poi l'ho cosparso sopra la schiacciata e ho aggiunto la rimanente uva in modo tale da ricoprire interamente la superficie.
Infine ho spolverato il rimanente zucchero .
Infornato a 180° per circa 40', finchè la superficio diventa bella colarata.

A mio parere se resta anche qualche pezzettino di pasta scoperta dall'uva è ancora meglio perchè lo zucchero si caramelizza e fà una crosticina goduriosa da matti. Inoltre l'uva bisogna proprio metterne tanta perchè il sugo che fà con lo zucchero imbibisce la focaccia, la rende morbida e gustosissima.

L'ho rifatta una seconda volta: la prima volta non avevo il rosmarino a portata di mano e non l'ho messo, la seconda invece l'ho fatta alla lettera. E' stupenda anche senza rosmarino, però quest'erba dà un tocco particolare alla schiacciata da provare assolutamente!!!!!

La focaccia barese

Su suggerimento di Sandra vado a vedere questa ricetta sul blog semplicementeinsieme.blogspot.com e subito la devo provare...
Che dire? E' davvero strepitosa, una roba da chiudere gli occhi e semplicemente godere.
L'ho fatta alcune volte e in questa versione ho messo sopra un po' di mozzarella 5 minuti prima della fine della cottura, poi come suggerisce cannelle, invece di versare l'acqua ho coperto con un teglia e lasciato intiepidire un po'.

ingredienti:


per l'impasto:
600 gr di farina 0
2 patate media di 300 gr circa, lessate, fatte intiepidire e schiacciate con lo schiacciapatate
400 gr di acqua tiepida (circa il 60 % rispetto alla farina)
14  gr lievito di birra
4 cucchiai di olio evo
1 cucchiaio raso di sale
1 cucchiaio di zucchero

per il condimento:
pomodorini perini o datterini o ciliegini
una manciata di olive
origano
olio evo
sale

In una ciotolina ho messo un po' di acqua tiepida con l'olio e il sale e ho fatto sciogliere.
Nella ciotola della planetaria ho messo il resto dell'acqua tiepida e ho fatto sciogliere il lievito e lo zucchero. Ho aggiunto la farina, le patate e il miscuglio di olio, sale e acqua e con l'ausilio della foglia ho azionato la macchina e lasciato impastare per 10/15 minuti.

Il composto era molto morbido (non lavorabile  amano) ma non liquido.

Ho coperto la ciotola e lasciato lievitare un'oretta.

Nel frattempo, in una ciotolina ho tagliato a metà i pomodori, salato leggermente, aggiunto un filo di olio e abbondante origano, e lasciato macerare.
Ho unto una teglia rettangolare da forno e salato leggermente.

Ho rovesciato l'impasto nella teglia facendo attenzione a non far uscire i gas di lievitazione e con le mani ben unte l'ho steso per bene (ho lasciato ai lati un bordino un po' più alto).

Ho distribuito le olive, e i pomodori facendo attenzione a mettere la parte tagliata a contatto con l'impasto e ho versato il sughino dei pomodori sopra.
Messo in forno spento a lievitare un'altra ora (oppure coprire con una teglia più grande e poi con una coperta).

Prima di infornare ho cosparso con un  po' di sale, infornato a 220° nella parte bassa del forno per circa 15 minuti, poi ho messa sulla griglia al 2° livello e abbassato il fuoco a 180°per 15/20 minuti finché sarà di un bel colore bruno.

Togliere dal forno e bagnare subito la superficie con mezzo bicchiere d'acqua (se vi dimenticate non fa niente ma copritela con un panno finché si intiepidisce).

Questa è quella che ho fatto la settimana scorsa.


Oggi ho fatto una piccola variante: ho messo un po' di origano anche nell'impasto e poi ho messo un po' di mozzarella qualche minuto prima di terminare la cottura, rimesso in forno e una volta pronta l'ho coperta con un'altra teglia e lasciato intiepidire, senza versare l'acqua.
Non male eh?

martedì 5 ottobre 2010

Ciambella tricolore

Evvai di ciambelle!!!! Sono alcune settimane che sforso solo ciambelle, ma cosa c'è di più buono di un dolce fatto in casa per colazione? Sarà che io non riesco più a mangiare i biscotti del super da quando ho preso l'abitudine di mangiemi una fetta di torta fatta con le mie manine (insomma manine....).
Sul blog provarepergustare.blogspot.com ho visto questa bella ricettina e l'ho voluta provare. Ho sostituito il caffè solubile con l'orzo solubile, dato che ho bambini piccoli in casa e loro la fetta di torta se la mangiano ben volentieri.
Probabilmente con il caffè il sapore è più deciso, ma devo dire che anche il sapore delicato dell'orzo non è affatto male!

ingredienti:


500 g farina 00
250 g burro
45 gr cacao amaro

250 ml latte + 3 cucchiai
essenza di vaniglia
1 bustina di lievito per dolci
300 gr zucchero + 20 gr
6 uova
1 tazzina di polvere di caffè solubile
1 pizzico di sale

Nella ciotola della planetaria ho messo lo zucchero con il burro morbido e l'ho montato finchè è diventato bello cremoso e sempre frullando ho aggiunto le uova, una alla volta, un paio di cucchiai di essenza di vaniglia (fatta da me) e un pizzico di sale e l'ho lasciato andare per 6-8 minuti.
Ho setacciato la farina col lievito e sempre sbattendo l'ho aggiunta a cucchiaiate alternando con l'aggiunta di un po' di latte fino all'esaurimento.
Ho suddiviso l'impasto in 3 parti: una è rimasta bianca, una ho aggiunto il cacao fatto sciogliere con le 3 cucchiaiate di latte e lo zucchero, una ho aggiunto il caffè.

Per ottenere il giusto effetto marmorizzato: iniziare a versare nello stampo tre mucchietti dell’impasto bianco distanziati poi si prende l’impasto al caffè e si versa accanto all’impasto chiaro sempre diviso in tre mucchietti mettetelo tutto; versare altri mucchietti dell’impasto bianco sopra all’impasto del caffè; aggiungiare poi i mucchietti dell’impasto al cioccolato in mezzo all’impasto bianco

Infornare a forno caldo a 180° per 40 minuti circa.

Pasta fresca...

 In mio ultimo acquisto.








Sono stata stuzzicata da una foto vista in un album sul forum di cucina di Alf, non ricordo di quale ragazza, ma appena l'ho vista mi sono detta: la voglio anche io!!!!
E l'ho provata subito. Ecco i risultati:

Fatti e mangiati conditi con un sugo semplicissimo: un po' di porro e pomodorini datterini (tutto frutto del mio orticello), una goduria semplicemente!

Altri due formati che ho messo ad asciugare:

- questi maccheroni/rigatoni da cuocere da secchi sono moooolto lunghi perchè la trafila li lascia piuttosto spessi e in cottura tendono a rompersi. Farò altre prove per trovare in difetto!

- e i fusilli: non mi sono riusciti perfettamente attorcigliati. Appena escono dalla trafila cominciano a fare l'elica, ma allungandosi tendono a non arrotolarsi più. Anche in questo caso devo continuare a provare.

Ci sono altre due trafile, e appena le provo aggiornerò il post.